Qui in campagna San Giovanni o meglio quei giorni che virano dalla primavera all’estate sono importanti. Per prima cosa dobbiamo schivare i “giovannini”, i vermetti delle ciliegie. Se non le raccogli prima di San Giovanni diverranno scure, attirando la mosca delle ciliegie, che vi depositerà le uova da cui nasceranno in breve le larve che dal santo prendono il nome”. Noi abbiamo un ciliegio, carico di frutti. Ci restano quindi pochi giorni per raccoglierli. Ci proveremo sperando di non romperci l’osso del collo precipitando dalla scala. Sarà alto almeno 8 metri….
Abbiamo già raccolto le amarene, nel minifrutteto di Orta, lasciando più di mezzo raccolto agli uccellini. Era troppo in alto ma del resto ci siamo ripromessi di dividere tutto con gli animali. La terra è anche loro. Faremo lo stesso con le ciliegie.
A San Giovanni vanno raccolte anche le noci acerbe con cui preparare il nocino, il liquore di noci. occorre ricordarsi i guanti (cosa che non faccio mai) altrimenti le mani si coloreranno di un bel marrone che dura anche per giorni. L’albero è carico di frutti ma per quest’anno passo. Abbiamo ancora il novino preparato l’anno scorso, con noci “rubacchiate” visto che non avevamo un frutteto a quei tempi! Ricetta: https://www.quellidelmulino.it/2022/06/18/il-nocino-di-san-giovanni/(si apre in una nuova scheda)
A San Giovanni si deve smettere di raccogliere il rabarbaro. Anche i gambi delle foglie sono ormai pieni di ossalati e farebbero malissimo. Già fatto, su questo sono in anticipo. Conoscete il rabarbaro? grandi foglie e steli tipo sedano (vedi sopra ritratto della sottoscritta al lavoro). Le foglie sono piene di ossalati dalla nascita, non sono commestibili. Gli steli invece sono buonissimi, ad esempio in confettura con le fragole, ne attenuano il dolce eccessivo. Ma anche in composta calda con lo zucchero. O come ripieno per una torta di frutta. Occorre coltivarselo, perché in Italia, contrariamente a quanto accade in Germania e Svizzera, è impossibile trovarlo al supermercato. Il perché mi è ignoto.